La Big Moon è nata due anni fa, quando tra gli scarti di produzione con cui realizzo prototipi e borse per me stessa mi sono capitati un paio di metri di un bellissimo tessuto nero water-prof. La prima versione è ancora in funzione, ha solo i due lunghi manici e oggi è la mia borsa dello yoga. E' nata in estate, periodo dell'anno in cui ho più necessità di portare in un unica borsa ogni cosa, di farle fare con me ogni tipo di viaggio e di trasformarsi, senza pesare, dallo zaino di viaggio alla borsa per uscire o quella per fare la spesa.
La Big Moon è nata non per caso ma come somma finale di tutte le borse pensate, sperimentate e realizzate finora, la somma di tutti i principi che sono dentro una singola borsa: dalla leggerezza, alla costruzione, la struttura, la forma, la funzionalità fino alla sua versatilità legata ai tessuti leggeri. Una vera e propria mission per una "bag sartorialist"!
La mia più grande sfida è sempre riuscire a dare il senso di "borsa" a dei lacerti di tessuto che solitamente da soli rischiano di fare l'effetto della "federa di cuscino vuota" ma che possono trasformarsi con accuratezza e i dettagli giusti in vere e proprie borse alternative a quello che il mercato ci offre.
Le borse tessili sono accessori sartoriali come può esserlo un vestito cucito su misura, dove si sceglie la fantasia che più ci sentiamo nelle nostre corde e hanno il potere di accendere anche il look più minimale, senza dover rinunciare alla sua funzionalità!
Da Valencia mai più senza!
La versione definitiva sempre nello stesso tessuto l'ho cucita per testarla durante il viaggio a Valencia (ottobre 2019), e da lì siamo ormai indivisibili: l'idea di un tessuto impermeabile mi ha lasciato bloccata per mesi con il dilemma di quale versione avrei presentato/realizzato per prima. Mentre arrivava come una bomba l'idea della bottega ero alla ricerca di un fornitore per testare alcuni tessuti, ricerca che con Covid e apertura di un negozio fisico si è arrestata e che riprenderà nei prossimi mesi.
Durante il viaggio a Valencia non ho più avuto dubbi: se dovessi produrre un solo modello per sempre, sarebbe LEI. Non è l'invenzione del secolo ma è, insieme a Reversibile e Cloud oggi, la borsa che ad occhi chiusi amo cucire, che sento al 100% nelle mie corde sempre adattandosi perfettamente a viaggi, passeggiate, mezzi di trasporto, pandemie. Posso realizzarla con una vasta gamma di varianti, è calibrata per ridurre al minimo (davvero giuro quasi zero) ogni spreco di tessuto e posso realizzarla in più di una taglia! E' come sono, e sono come lei è.
Insieme ad una Cloud e un astuccio potrei andare in capo al mondo, avendo con loro tutto ciò di cui ho bisogno.
Come è fatta?
Una borsa 98% tessuto, dove le parti metalliche sono ridotte al minimo sindacabile (cursori delle zip, moschettoni tiralampo e i regoli degli spallacci), che possa essere realizzata in diverse scale (chissà come si trasformerà in futuro!), si possa adattare agli utilizzi e ai tessuti più diversi, alle stagioni e alle persone.
Una borsa grandissima ma che pesa meno di 200gr, che diventa piccola, arrotolata in valigia, che può contenerne delle altre al suo interno, che utilizzata come zaino di tutti i giorni dimentichi di averla indosso.
Tutte le cuciture principali sono rinforzate e ripulite all'interno tramite un nastro di cotone, e attraverso questo passaggio la borsa riesce ad essere resistente e strutturata.
Per mesi, mentre ero ferma con la produzione indecisa su che strada prendere, tra un prototipo e un campione, il disdifetto e il disegno delle varie parti al cad (come sempre!) ho ripassato a mente ogni passaggio dell'assemblaggio come un pianista lontano dal suo piano che si esercita a suonare.
Così è stato per mesi e quando finalmente ho tagliato e cucito la prima versione era come ne avessi già assemblate 20. E' andato tutto subito al suo posto, i pezzi combaciavano alla perfezione e il risultato è stato un mio soddisfatto "Dai!!!!".
L'ispirazione: Cerchio, Ruota, Tamburo o Luna?
Nata semplicemente come CIRCLE, si è trasformata in SUPERLUNA con l'augurio che sia l’inizio di una nuova era, una piccola scintilla che possa innescare un nuovo big Ben. Solitamente inizio dalle cose piccole per poi arrivare a quelle più grandi, ma questa volta l’idea piccola l’ho messa nell’oggetto più grande.
Come architetto non avrei mai pensato di realizzare qualcosa che avesse a che fare con il cerchio: ho disegnato "cubi", "rettangoli", angoli molto acuti ma le curve in architettura sono sempre state qualcosa che ho ammirato in altri ma poco appartenevano al mio modo di progettare.
Ma il cerchio è una forma perfetta, per Platone l'espressione della perfezione, simbolo di Dio (dove il triangolo unisce Terra a Divino), in geometria piana è costituito dall’insieme infinito dei punti equidistanti da un punto dato (centro), simbolo perfetto della democrazia, dell'infinito senza inizio né fine.
Tutto è circolare, come la vita stessa, l'alternanza di giorno e notte.
Ci sono poi delle figure che per me restano simboliche da sempre come il tamburello (e la tamorra), la ruota della mia vespa e la luna che mi stupisce ogni notte. Tutte cose che vorrei mettere dentro simbolicamente, bè che HO messo dentro e che porto con me ogni giorno.
Vorrei tenerle tutte per me, ma per ora mi accontento del mio campione che continuo a usare e lavare e usare ancora e ancora ogni giorno. E' la borsa, anzi zaino con cui arrivo ogni giorno in bottega, che appendo li davanti al mio tavolo di lavoro e dico "brava Paola, dai che ce la fai!".